Per una Cassa Malati Unica: i miei contributi

- Lettera al Corriere del Ticino del 12.10.2023
- Dibattito a Modem il 18.09.2023

"Premi Cassa Malati: non concordo con Berset"
(CdT Giovedì 12 10.2023)

Sono un chirurgo che nella sua vita professionale ha potuto vivere in quattro sistemi sanitari diversi: Italia, Inghilterra, Francia e Svizzera.
Tra tutti, il livello di cure migliore per la popolazione è offerto da quest’ultima, con alcune punte, e sono fiero di dirlo, proprio nel nostro EOC.   
Ma l’attuale distribuzione dei costi non è più sostenibile per la parte meno agiata della popolazione. Molte persone e famiglie pagano troppo per le loro disponibilità. E a causa di un meccanismo perverso (una franchigia elevata per ottenere premi più bassi) si trovano troppo spesso a dover rinunciare a delle cure che invece sarebbero importanti per la qualità e la durata della loro vita. 
E non sono affatto d’accordo con il Consigliere Federale Alain Berset secondo il quale una cassa unica porterebbe “solo” più trasparenza (valore già di per sé non trascurabile). 
Per esperienza e per gli esempi esteri, una cassa unica, del tipo di un’assicurazione sociale, permetterebbe di togliere dalle forze tristi di un mercato liberalizzato elementi ora incontrollabili, come:
- la densità e la remunerazione di chi opera nella medicina specialistica in rapporto a quella di famiglia; 
- la proliferazione di prestigiosi e costosi apparecchi che poi vanno ammortizzati; 
- la remunerazione all’atto che spinge tutti i fornitori – talvolta inconsciamente - al consumo; 
- l’accento sulle procedure tecniche piuttosto che sulla prevenzione; 
- il fardello amministrativo del personale sanitario con ore quotidiane passate a documentare prestazioni, con regole assurde ed effimere (se diminuisse potrebbe ridarle alle cure, e renderebbe più attrattiva una professione che troppi oggi abbandonano). 
E potremmo eliminare anche il marketing delle Casse e le spese amministrative che ne conseguono (800-1000 CHF per 2.5 milioni di cambiamenti ogni anno da una Cassa all’altra). 
Non si tratterebbe di un sistema sovietico: il Canada, paese con alti livelli di assistenza in cui si specializzano alcuni dei nostri medici migliori, funziona così, spendendo circa il 20% meno di noi (ho aggiustato per il potere di acquisto, in assoluto l’economia è maggiore). In più, in Svizzera abbiamo ampia esperienza nel gestire le regie federali, aiutati da un’amministrazione pubblica in cui servire i Cittadini e lo Stato è ancora prioritario sulla redditività e la competitività. 
Nove anni fa abbiamo già votato per una cassa unica e pubblica e non dobbiamo lasciarci di nuovo scoraggiare da uno spauracchio che i diversi gruppi di interesse ci hanno messo davanti allora, quando finanziarono (con i nostri soldi) una campagna 10 volte più costosa che quella del campo dei sì. 
Fin d’ora convinciamo gli sfiduciati che questo cambiamento è possibile, votando un nuovo parlamento che potrà allora accompagnarci in questo percorso.

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Lunedì 18 Settembre ho partecipato al dibattito su "Cura o rivoluzione per la LaMal" a Modem 
con la giornalista Amanda Pfaender in veste di moderatrice, e dei rappresentanti dii altri partiti: l'Avv. Bruno Cereghetti, ex-capo dell'Ufficio delle Assicurazioni Malattia del Cantone e grande esperto delle Casse Malati (CM), in lista per Avanti con Ticino & Lavoro , Moreno Colombo, municipale  di Chiasso (PLR), e l'Avv. Sabrina Gendotti (Centro). 
La trasmissione è piena di cose interessanti, ma lunghetta, e riassumo qui sotto la mia posizione.
Da notare che tutti (anche i rappresentanti di PLR e Centro) erano d'accordo sulla necessità di una riforma ed entravano in materia per una CM unica (con qualche perplessità per l'Avv. Cereghetti).

Il nostro punto di vista era comunque più radicale, e a mio parere l'unico che possa risolvere la dolorosa situazione nella quale si trovano le famiglie a fronte dei premi attuali.

1) la Salute è un bisogno fondamentale e la Sanità è un bene comune. Come tale vanno estratte dalla logica mercantile che cerca di massimizzare i profitti o ridurre le spese, sprecando risorse in marketing, amministrazioni ridondanti, litigi, etc.

2) il sistema di medici, ospedali e farmacie remunerati all'atto incentiva al consumo e va cambiato: è come se avessimo una Polizia che viene pagata a seconda delle multe che dà, o un giudice a seconda degli anni di prigione della sua sentenza.

3) le CM hanno mostrato la loro inefficienza verso i Cittadini e le istituzioni Svizzere non mettendo le mani alla borsa delle riserve per il COVID, ma perdendo 2 miliardi di capitale in borsa l'anno seguente. Il sistema lo ha lasciato fare, come ha lasciato fare che spendessero nella campagna per il "no a una cassa unica" del 2014 (10x gli annunci nel campo del Sì).

4) I costi dela salute aumentano per una serie di motivi, in parte giustificati (invecchiamento della popolazione, nuove cure e nuove tecnologie più efficaci), in parte no,  ma in ogni caso il contenimento sarà difficile a breve termine. Invece, una iniziativa come quella del PS che i premi non superino il 10% del reddito è percorribile. Solo come primo passo, però verso una CM federale unica con premi proporzionali al reddito o (sarebbe la mia preferenza), una Regia Federale. In Svizzera siamo bravi con le Regie Federali, e non dobbiamo avre troppi timori.

5) le resistenze al cambiamento derivano dalla posizione dei partiti borghesi, che rappresentano gli interessi delle assicurazioni, compagnie farmaceutiche e ospedali privati, con mezzi finanziari sproprozionati rispetto all'opposizione (è stato studiato che per le votazioni su una cassa unica del 2014 ci sono stati 10 volte gli annunci per il campo contro che per il campo a favore!). Il lobbysmo ora legale, deve essere proibito.

6) esiste uno spazio per le assicurazioni complementari e la medicina privata, ma deve essere chiaramente separato da quello per la sanità di base. Oggi i due sistemi sono compenetrati, con opacità dei flussi tra i due e, in generale, aumento dei costi.

7) L'economizzazione del sistema fa si che i nostri più giovani medici e il personale infermieristico (e i Medici di famiglia) passino molte ore a documentare le prestazioni, distogliendo tempo dalle cure dei malati, e rendendo meno attrattive delle professioni dove cominciano a mancare delle nuove leve. Anche questo è un effetto perverso del sistema attuale.

Aggiornato l'11.10.2023


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